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Il prof. Uberto Bassi ha una esperienza professionale più che ventennale nelle attività motorie, arricchita dal diploma in massoterapia e da anni di studi della discipline osteopatiche. E’ uno dei trainer “anziani” che fa da guida ai più giovani  


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in questa sezione cercheremo di tenerti aggiornato su tutte le nostre iniziative ed eventi!!

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Il ruolo dell'aggiornamento formativo degli istruttori


D: La volta scorsa abbiamo parlato della centralità dell'individuo quale punto di riferimento nella gestione di un palestra. Cosa altro occorre tenere presente per fornire agli associati un servizio di qualità?

R:  per noi un momento importante sono i corsi specifici, dal tai chi alla boxe e allo yoga. Anche qui il primo requisito è la professionalità dell’istruttore, la sua competenza nella disciplina specifica, Luca l’istruttore di boxe, per esempio, è un pugile dilettante, con anni di allenamento alle spalle che però associa a questa sua competenza quelle del proprio percorso formativo di scienze motorie, per evitare quelle “distorsioni” che talvolta sono tollerate ed accettate nella competizione agonistica ma devo essere evitate se la boxe diventa un mezzo di raggiungimento del benessere fisico. Antonella è da anni istruttrice di jazzercise, una disciplina tra la danza e l’aerobica per la quale segue continui aggiornamenti.


D:  Basta un istruttore competente?

R:  No non basta, perché la competenza sportiva da sola non implica la capacità formativa che invece è fondamentale. 


D:  Come ci si prepara ad insegnare? La vostra palestra prevede delle attività specifiche?

R:  Naturalmente, in alcuni casi ci sono delle attività di aggiornamento esterne che coinvolgono anche i più “anziani” come me in altri casi siamo noi stessi che cerchiamo di fare da driver per il più giovani.


D: Cosa gli insegnate?

R:  Ci sono due punti fondamentali :

-La programmazione del corso
-La gestione della lezione

La programmazione del corso naturalmente è una fase fortemente influenzata dal tipo di corso che andremo ad effettuare, diverso è il percorso di un corso di tai chi che ha una forte componente di “crescita” da uno di aerobica che è più legato ad un miglioramento delle performance ed ha una certa componente “ludica”.
Inoltre la programmazione non è una fase che si apre e si chiude, ma è soggetta perennemente a fasi iterative che hanno lo scopo di ricalibrarla in funzione dell’evoluzione del corso stesso. In genere la programmazione prevede delle fasi, dei micro cicli di tre mesi, in cui in funzione dei prerequisiti, delle risposte degli atleti si fanno delle verifiche e si decide come proseguire.

Nel caso dei corsi in cui non si ha a che fare con atleti che fanno agonismo è chiaro che meno facile richiedere “dedizione” e continuità e quindi questi sono fattori molto variabili a seconda delle persone ma anche dei particolare periodi dell’anno.


D: Ed in cosa consiste la gestione della lezione?

R:  Anche qui concepire un unico metodo di insegnamento è controproducente, diciamo che fondamentalmente ne esistono tre tipi che vanno adottati in relazione alle caratteristiche della disciplina sportiva oggetto del corso, il metodo analitico, quello globale e quello imitativo.
Quest’ultimo metodo è quello che viene più frequentemente usato in discipline percepite come “estetiche” dall’aerobica al jazzercise. L’esercizio non viene lungamente spiegato ma “dimostrato” e gli allievi imitano il comportamento dell’istruttore. Ricordate la pubblicità in cui l’istruttore mostrava gli esercizi e alla fine starnutiva finendo per essere imitato anche nello starnuto? Ecco quello era il modello imitativo...la pubblicità ironizzava sul fatto che l’istruttore veniva imitato anche nei suoi comportamenti non attinenti all’attività sportiva. In questo metodo l’istruttore corregge la posizione mentre l’esercizio viene ripetuto e la posizione dell’istruttore è spesso “a specchio” ovvero essendo rivolto verso gli allievi fa gli esercizi con il braccio e piede opposto per facilitarne la ripetizione da parte degli altri che gli sono appunto di fronte, come davanti ad uno specchio. 


D: Le altre due metodologie?

R:  Il metodo di insegnamento globale consiste nell’inquadrare l’esercizio rispetto al suo contesto generale, con una descrizione delle motivazioni per cui si realizza un certo movimento e quindi a cosa serve. Nel metodo analitico l’esercizio viene scomposto ulteriormente per arrivare a risultati ancora più precisi, per fare un esempio di facile comprensione la differenza tra i due metodi è la stessa di un allenatore di calcio che in un caso insegna che per calciare in porta occorre colpire il pallone dando equilibrio al colpo, rispetto al punto di battuta, mentre nel metodo analitico si passa a spiegare la differenza tra il tiro di interno, di esterno, con il collo del piede o dando il colpo sotto per il pallonetto.

(intervista di Carlo Bruno)

 

leggi pure: la centralità dell'individuo